La memoria e lo spaced repetition system

La memoria viene solitamente divisa in memoria di lavoro (o a breve termine) e memoria a lungo termine

Le informazioni che stiamo attivamente elaborando vengono immagazzinate nella memoria a breve termine che le mantiene per circa 20-30s e, se queste vengono processate in modo profondo, passano nella memoria a lungo termine. Quest'ultima è quindi il magazzino di stoccaggio delle informazioni le quali, se opportunamente richiamate, possono stare qui per un lungo periodo di tempo o decadere.

Possiamo paragonare la memoria di lavoro alla memoria RAM di un computer, che immagazzina qui le informazioni necessarie al programma che stiamo utilizzando, e la memoria a lungo termine all'intera memoria contenuta nel disco fisso.

Negli anni 50 George Miller ipotizzò un numero, 7 più o meno 2, che rappresentava il numero di informazioni che la memoria di lavoro può tenere a mente e processare in contemporanea. Attualmente da nuove ricerche scientifiche questo numero è stato ritoccato verso il basso, raggiungendo il numero di 4. Quando abbiamo a che fare con un nuovo argomento o attività, tutti e 4 gli slot della memoria di lavoro sono impegnati nella manipolazioni dei nuovi concetti e una volta riempiti, il cervello può o sovrascrivere un' informazione, oppure trasferirla nella memoria a lungo termine.

Ma per trasferire informazioni dalla memoria di lavoro alla memoria a lungo termine serve tempo, esercizio ed un metodo efficace. Qui esaminiamo il metodo delle ripetizioni dilazionate o spaced repetition system.

Fig 1: curva dell'oblio
La mente, per un semplice meccanismo di efficienza ed economia, trattiene nella memoria ciò che serve e dimentica ciò di cui non ha bisogno secondo una curva chiamata curva dell'oblio (Fig1). In seguito ad un rapido decadimento iniziale, la ritenzione dell'informazione si attesta attorno al 20% in modo quasi permanente (qualcosa la si ricorda sempre).



Fig 2: Spaced repetition system

Per eliminare gli effetti dell'oblio possiamo programmare delle ripetizioni del materiale studiato a distanza di tempo crescente: ad esempio in Fig. 2 le ripetizioni sono dopo 8h, dopo 24h, dopo 2gg, dopo 4gg e così via. Si nota che mano a mano che le ripetizioni proseguono, la curva dell'oblio in rosso tende a diventare meno flessa, con il risultato di mantenere l'informazione per lungo tempo. 
Questo metodo si basa sull'esistenza di un momento ideale per ripetere ciò che si è appreso che coincide con quando siamo sul punto di dimenticare. Sforzarsi di ricordare un concetto o una informazione rafforza le strutture neuronali più di ogni altra pratica.  Ripetere troppo presto è una perdita di tempo, ripetere troppo tardi comporta una perdita di informazioni che siamo costretti a ristudiare.

Quindi si memorizza in modo efficace un'informazione se si ripete poche volte su tempi lunghi, piuttosto che molte volte su tempi brevi.


Nella pratica:

  • Se devi memorizzare un concetto, dilazionalo nel tempo, programma lo studio in modo da non fare tutto all'ultimo momento
  • Usa lo spaced repetition system per massimizzare l'apprendimento in tempi brevi
  • Programma il ripasso in modo che tu sia costretto  a sforzarti di ricordare: il ricordo dei concetti ottenuto in questo modo rende permanente (o quasi) il materiale studiato


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