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Parole buone, parole meno buone e gli stati favorevoli all'apprendimento

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Le parole creano mondi. Ogni parola genera nell'ascoltatore immagini, suoni e sensazioni collegate alla personale esperienza di ognuno. Se dico o scrivo opportunità , nel mio interlocutore si svilupperanno determinate sensazioni, nettamente diverse da quelle che possono scaturire dalla parola problema. I più recenti studi della psicoendocrinologia hanno dimostrato chiaramente che vengono rilasciati ormoni dal nostro cervello in concomitanza alle stesse parole, e questi creano risposte fisiologiche ben determinate utili in alcuni casi, in altri meno, in altri addirittura dannosi.  Tra questi, possiamo citare: la serotonina:  l'ormone responsabile del buonumore, strettamente connesso alla concentrazione, alla memoria e al processo di apprendimento, all'autostima e all'autoefficacia; l' Ossitocina: l'ormone dell'empatia ,  diminuisce i livelli di stress e ansia; La dopamina:  controlla umore, memoria e apprendimento; è l'ormone della ricompensa, predicendo...

I chunks

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In psicologia cognitiva i chunks sono blocchi di informazioni collegati insieme in base al significato o uso . Chiariamo con un esempio: q uando si guida, compiamo una serie di azioni (premere l'acceleratore, scalare marcia, controllare gli specchietti,..) che, per chi guida da un certo periodo, avvengono naturalmente e quasi inconsciamente. Questo è possibile in quanto le singole attività si sono legate in unico blocco di informazioni, un chunk appunto, richiamabile in modo rapido ed economico dal punto di vista cerebrale dalla memoria a lungo termine. In ogni attività fisica o mentale che sia si può evidenziare questo metodo di organizzazione del materiale: basti pensare ad un nuotatore, ad un ginnasta o ad un musicista i quali eseguono i movimenti in perfetta armonia e in maniera inconscia. Vediamo che cosa avviene fisicamente nel nostro cervello in modo da capire il meccanismo che sta alla base dell'apprendimento e della memorizzazione efficace.  Quando stiamo apprende...

La procrastinazione e la tecnica del pomodoro

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Problemi con la procrastinazione? Ti trovi spesso a rimandare un compito o una attività? Vediamo come può venirci in aiuto la scienza. Quando dobbiamo intraprendere una attività che non vorremmo fare o dobbiamo cimentarci in un compito impegnativo, è stato dimostrato dalle neuroscienze che nel nostro cervello si attivano i centri del dolore . La nostra mente quindi, per un motivo puramente evoluzionistico di risparmio energetico, tenta di sedurci con attività dal minor carico intellettivo dando quindi il via alla procrastinazione . Accade quindi che al solo pensiero di mettersi a studiare o compiere una attività mentalmente faticosa, ci lasciamo cogliere dal desiderio di dedicarci a attività più divertenti e meno impegnative: è insomma del tutto normale che allo studio si preferisca navigare in internet o dedicarsi ad attività ludiche. Ciò che è utile sottolineare e che ci aiuta a risolvere questa normale tendenza umana, è che i centri del dolore si attivano quando pensiamo a quella a...

L'Overlearning e il sistema Leitner nella pratica musicale

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Imparare un repertorio in maniera veloce ed efficiente è una delle skills naturalmente richieste ad un musicista. Vediamo come possono venirci in aiuto le neuroscienze. Inanzitutto si definisce overlearning  la pratica di ripetere in modo continuo una informazione o una attività che già conosciamo a sufficienza . Mentre nelle discipline 'classiche', tra cui la matematica o in generale le materie scientifiche, l'overlearning è da evitare in quanto spreco di tempo e fautore della cosiddetta illusione di competenza ( ovvero l'illusione di conoscere bene un argomento quando ne sappiamo solamente una parte), per un musicista il processo di  overlearning  potrebbe costituire invece una strategia ottima se si conosce e si riesce a gestire a proprio vantaggio. Nella pratica musicale  l'overlearning  è costituito dal 'sovrapprendimento' di un singolo brano fino a padroneggiarlo sia dal punto di vista strutturale che esecutivo. Insomma, si prova fino alla nausea. U...

La memoria e lo spaced repetition system

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La memoria viene solitamente divisa in memoria di lavoro (o a breve termine) e memoria a lungo termine .  Le informazioni che stiamo attivamente elaborando vengono immagazzinate nella memoria a breve termine che le mantiene per circa 20-30s e, se queste vengono processate in modo profondo, passano nella memoria a lungo termine. Quest'ultima è quindi il magazzino di stoccaggio delle informazioni le quali, se opportunamente richiamate, possono stare qui per un lungo periodo di tempo o decadere. Possiamo paragonare la memoria di lavoro alla memoria RAM di un computer, che immagazzina qui le informazioni necessarie al programma che stiamo utilizzando, e la memoria a lungo termine all'intera memoria contenuta nel disco fisso. Negli anni 50 George Miller ipotizzò un numero, 7 più o meno 2, che rappresentava il numero di informazioni che la memoria di lavoro può tenere a mente e processare in contemporanea. Attualmente da nuove ricerche scientifiche questo numero è stato ritoccato ...

La matrice di Eisenhower o di Covey

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La matrice di Eisenhower o di Covey , è un utile strumento per la classificazione delle priorità in base ai concetti di importanza e urgenza . Formalmente, nella matrice troviamo la componente dell'urgenza in ascisse e la componente dell'importanza in ordinate come mostrato in fig 1. Analizzando i 4 quadranti abbiamo: Fig.1 Quadrante della Crisi (Q1) : Attività da svolgere subito, in quanto importanti e urgenti; ricadono in questo quadrante tutte le attività inderogabili e con una scadenza definita, progetti in scadenza, studio per esami imminenti, problemi urgenti; Quadrante delle opportunità (Q2) :  Attività importanti ma non urgenti; troviamo qui tutte le attività di crescita personale a lungo termine o formazione professionale; Quadrante dell'inganno (Q3) : Attività non importanti ma urgenti; troviamo qui in genere attività che non hanno interesse per noi stessi e quasi sempre dipendenti da persone o da situazioni esterne, che possono essere facilmente delegate ad alt...

Modalità diffusa e focalizzata nella pratica musicale

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Come in ogni altra disciplina, nella musica è fondamentale l'alternanza tra le due modalità focalizzata e diffusa per massimizzare l'apprendimento. La pratica strumentale andrebbe quindi svolta in modo focalizzato (niente tv in sottofondo o distrazioni di qualsiasi tipo) prevedendo delle pause nella propria routine di studio in modo da poter sfruttare le potenzialità del pensiero diffuso.  Possiamo infatti utilizzare la modalità focalizzata per gestire i concetti in modo sequenziale, razionale e analitico e la modalità diffusa per avere un quadro generale più ampio e creativo, come se facessimo un passo indietro per osservare da altre angolazioni il lavoro appena appreso e collegarlo ad informazioni di cui eravamo già in possesso. Con una analogia nel mondo dell'arte, si può immaginare un pittore che si avvicina alla tela  per disegnare i particolari e curarne i dettagli, e poi se ne allontana di qualche passo per coglierne l'aspetto generale e averne una visione...